The hole, the corridor and the landings: reframing Lampedusa through the COVID-19 emergency / A new publication by Luca Giliberti & Luca Queirolo Palmas

Photo credits: IFRC (CC BY-NC-ND 2.0)

Abstract [EN]

This article presents the results of an ethnography carried out in Lampedusa – a fundamental hub in the border spectacle of irregular migrations – during the COVID-19 emergency, where landings have increased, especially from Tunisia. Through fieldwork and interviews to local key actors, the research aims to answer the following intertwined questions: how does migrant agency develop? How is the borderwork reinvented? How do different local groups and authorities act, react, and interact with migrant agency and borderwork? These questions are addressed, scrutinizing three steps of a migrants’ corridor towards Europe: firstly, the landings and their social fabrication around the piers; secondly, the hole and the confinement fences on the hotspot-island; thirdly, the forced return to sea on the quarantine ships. In this way, the article shows how the pandemic becomes a constituent moment in border policies, devices and procedures, opening up a reinforced space–time of migrants’ containment.

Abstract [IT]

Questo articolo presenta i risultati di un’etnografia, realizzata durante l’emergenza COVID-19, a Lampedusa – snodo fondamentale nello spettacolo del confine delle migrazioni irregolari – dove sono aumentati gli sbarchi, soprattutto dalla Tunisia. Attraverso un lavoro di ricerca sul campo e una serie di interviste ad attori chiave locali, la ricerca vuole rispondere a una serie di domande intrecciate tra loro: come si sviluppa l’agency dei migranti? Come si reinventa il confine? In che modo i diversi gruppi e le autorità locali agiscono, reagiscono e interagiscono con l’agency dei migranti e il borderwork? Queste domande vengono affrontate, scrutando tre passaggi di un corridoio migratorio verso l’Europa: in primo luogo, gli sbarchi e la loro fabbricazione sociale intorno ai moli; in secondo luogo, il buco e le recinzioni di confinamento sull’isola-hotspot; terzo, il ritorno forzato in mare sulle navi-quarantena. In questo modo, l’articolo mostra come la pandemia diventi un momento costitutivo delle politiche, dei dispositivi e delle procedure di frontiera, aprendo uno spazio-tempo rafforzato di contenimento dei migranti.

Luca Giliberti & Luca Queirolo Palmas (2021) The hole, the corridor and the landings: reframing Lampedusa through the COVID-19 emergency, Ethnic and Racial Studies, DOI: 10.1080/01419870.2021.1953558

border, borderland, borderwork, confine, hotspot, Lampedusa, migranti, migrants, migrations, migrazioni

Due nuovi volumi della collana Immagin-azioni sociali

Sono usciti due volumi della collana GUP Immagin-azioni sociali, diretta da Luisa Stagi e Luca Queirolo Palmas.

I due testi, curati da Vincenza Pellegrino e Monica Massari, prendono avvio da un’attività di riflessione e confronto avviata nel corso degli ultimi anni sulla capacità delle scienze sociali di riuscire a stare in relazione significativa con i mondi, le questioni e gli attori di cui si compone la società e di essere in grado di elaborare un sapere critico che possa divenire strumento di interlocuzione e di intervento nei processi sociali.

La questione non è di poco conto, dal momento che attiene alla possibilità delle scienze sociali di riuscire tuttora ad ispirare e/o attivare pratiche di resistenza rispetto ai processi di assoggettamento, alle forme di marginalizzazione e alle pratiche di sfruttamento ed esclusione prodotte dal sistema capitalista neoliberista.

Sotto questo profilo, in diversi contesti, già da alcuni anni si fanno strada filoni di ricerca sociale critica che sembrano esprimere un rinnovato protagonismo.

Negli Stati Uniti E.O. Wright ha proposto una scienza sociale ‘emancipativa’ espressamente rivolta a legittimare forme di critica al tardocapitalismo contemporaneo, per comprendere e dare visibilità a forme possibili di contro-organizzazione sociale, e generare così una conoscenza scientifica in grado di sfidare forme emergenti di sfruttamento.

In America Latina si moltiplicano nelle università nuove ‘ecologie’ di saperi, cioè percorsi didattici e di ricerca in chiave radicalmente pluridisciplinare legati a istanze poste dai cittadini, secondo pratiche di interazione non dissimili dall’idea di ‘ricerca sociale democratica’ portata avanti a Mumbai da A. Appadurai.

Ma anche in Europa, B. de Sousa Santos, L. Boltanski e molti altri provano a tradurre in futuro gli approcci della sociologia critica che caratterizzarono i decenni centrali del ’900 e che già indicavano nei pubblici plurali di cui si compone la società – più che nei circuiti ristretti dei colleghi – gli interlocutori privilegiati per la costruzione del disegno di ricerca e la gestione della vita sociale dei dati prodotti.

Oggi tutto ciò avviene, però, con la marcata consapevolezza che occorra promuovere una nuova stagione di ‘risoggettivazione reciproca’ tra ricercatori e attori sociali che passi anche attraverso la capacità immergersi e lasciarsi interpellare dalla dimensione narrativa, esperienziale, esistenziale di processi sociali invisibili, turbolenti, scomodi, difficilmente accessibili, ma in qualche modo emblema profondo dell’attuale complessità.

Entrambi i testi sono scaricabili gratuitamente sul sito GUP.

emancipazione sociale, libro, metodologia, ricerca sociale, Scienze sociali, sociologia

Confini, mobilità e migrazioni / Una nuova pubblicazione a cura di Lorenzo Navone

Confini, mobilità e migrazioni“, una nuova pubblicazione di Agenzia X sul tema delle migrazioni.

Tra il 2011 e il 2019, una serie di processi e avvenimenti di portata globale ha violentemente destabilizzato l’architettura dei confini esterni e interni dell’Unione Europea, contribuendo a rafforzare l’immagine di un territorio sigillato.

Ma in realtà la “fortezza Europa” è continuamente sfidata dalle pratiche di mobilità dei migranti, oltre che smentita da una porosità interna tesa a garantire forme d’inclusione differenziale ai nuovi lavoratori a basso costo. Se da una parte assistiamo alla proliferazione di barriere, centri di detenzione, deportazioni aeree e respingimenti in mare finalizzati a governare e selezionare i flussi, dall’altra sono le pratiche di solidarietà e di autorganizzazione dei migranti a emergere e a contestare lo spettacolo del confine.

Questo volume si propone di tracciare una cartografia aggiornata dello spazio europeo attraverso una serie di resoconti etnografici realizzati in diversi luoghi di frontiera, alle porte e nel cuore dell’Europa: gli hotspot, Calais, Ventimiglia, Ceuta e Melilla, i Balcani e Strasburgo.

Un libro a cura di Lorenzo Navone, con contributi di Jacopo Anderlini, Étienne Balibar, Geremia Cometti, Paolo Cuttitta, Jean-Baptiste Eczet, Fabrizio Foschini, Luca Giliberti, Charles Heller, Carolina Kobelinsky, Claudia Moatti, Lorenzo Pezzani, Anaïk Pian, Luca Queirolo Palmas, Federico Rahola, Maurice Stierl, Simona Tersigni, William Walters

border, border studies, borderland, borderscape, confini, Europa, libro, migrazioni, mobilità

From Lampedusa to the Susa Valley: solidarity networks in two border battlegrounds / A new article by Davide Filippi, Luca Giliberti, and Luca Queirolo Palmas

Photo credits: The Left in the European Parliament (CC BY-NC-SA 2.0)

Abstract [EN]

Since the beginning of the ‘reception crisis’ in 2015, the term ‘solidarity’ has been widely employed in Europe by networks supporting migrants in transit. These networks – while increasingly important and prominent in contemporary Europe − are still understudied and have only recently been addressed in migration studies. The research takes place in two crucial border zones: on the one hand, the island of Lampedusa, which is a sea point of entry into Europe through Italy; on the other, the Susa Valley, an alpine point of exit from Italy that allows the passage to France. How are the solidarity networks put together? How do they interact with the mobility practices of migrants in transit? How do the practices of solidarity fit in with the ways authorities act at the border? The ethnographic fieldwork was developed in the middle of the COVID-19 pandemic and aims to answer these interconnected research questions.

Abstract [ITA]

Dal 2015, inizio della cosiddetta ‘crisi dell’accoglienza’, il termine solidarietà è stato usato diffusamente in Europa dalle reti che supportano i migranti in transito. Queste reti – sebbene sempre più importanti nell’Europa contemporanea – sono ancora poco studiate e solo di recente hanno interessato i migration studies. La ricerca è stata sviluppata in due luoghi di frontiera cruciali: da un lato l’Isola di Lampedusa, frontiera in entrata dell’Europa attraverso l’Italia; dall’altro, la Valsusa, frontiera in uscita dall’Italia verso la Francia. Come interagiscono le diverse reti della solidarietà? Come queste si connettono con le pratiche di mobilità dei migranti in transito? Come le pratiche di solidarietà si confrontano con le forme di controllo delle autorità agite al confine? Il campo di ricerca etnografico è stato sviluppato durante la pandemia di COVID-19 e si pone l’obbiettivo di rispondere a queste interconnesse domande di ricerca.

Davide Filippi, Luca Giliberti & Luca Queirolo Palmas (2021). From Lampedusa to the Susa Valley: solidarity networks in two border battlegrounds, Journal of Modern Italian Studies, DOI: 10.1080/1354571X.2021.1953776

Italia, Italy, migranti, migrants, solidarity

  • 1
  • 2

Corso Andrea Podestà, 2 - 16121 Genova (GE)

laboratoriosociologiavisuale@gmail.com

© 2016 Horizon. All rights reserved.
Powered by YOOtheme.