M. Navone et Mme Oddone vont retracer leur expérience de recherche dans deux contextes – la prison de Marassi à Gênes et le Service pour les toxicomanies à Chiavari (Gênes) – en montrant comment l’audiovisuel constitue aussi bien une stratégie d’accès au terrain que le cadre d’une relation de recherche avec des jeunes hommes au sein d’espaces institutionnels fortement structurés. Des extraits des documentaires qu’ils ont réalisés seront projetés et feront l’objet d’un débat avec le public.
Il Laboratorio di Sociologia Visuale e il Centre Pierre Naville dell’Università di Evry-Val d’Estone (Paris) aprono un research stream (RS15) in “Visual and Filmic Sociology” Qui trovi la call for papers.
Il Laboratorio di Sociologia Visuale e l’Associazione ON di Bologna sono tra i 20 vincitori del bando ORA! della Compagnia di San Paolo.
Il progetto, in un primo momento chiamato Boxinthecity, si chiama ora
TEU (Twenty-foot Equivalent Unit, la misura standard del container)
e si svilupperà da settembre 2016 ad aprile 2017.
TEU è un progetto d’arte contemporanea crossdisciplinare, sviluppato da ON in co-partecipazione con il DISFOR – Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Genova. Nasce dalla volontà di esplorare il territorio e la società genovese nelle sue connessioni globali e nelle sue estensioni continentali (basso Piemonte, nord Italia, centro Europa e Baltico). Muove la sua riflessione dal porto di Genova, luogo intorno al quale si sono innescati importanti processi di riconfigurazione urbanistica e infrastrutturale del Nord-Ovest.
In questo contesto, il container diventa una chiave di lettura, da interpretare non solo come paesaggio e cifra della città portuale ma anche come luogo dove azioni e interazioni possono accadere. Il progetto si compone di due produzioni site specific da parte di artisti affermati a livello internazionale, a seguito di un periodo di residenza e permanenza in città.
La residenza sarà dilazionata nell’arco di 3 mesi e finalizzata alla realizzazione di un’indagine approfondita per costruire l’intervento. Gli artisti leggeranno la città “a misura di container” attraverso la collaborazione col tessuto culturale e associativo della città, oltre che con gli operatori economici e istituzionali coinvolti nella gestione e sviluppo della portualità.
Nell’arco della residenza, gli artisti saranno coinvolti nella realizzazione di workshop e presentazioni all’interno dell’Università per coinvolgere gli studenti nella fase produttiva del lavoro. Inoltre si svolgerà un progetto di ricerca e mappatura per individuare le tensioni e i conflitti tra mappe oggettive e soggettive, tra territori radicalmente ridefiniti dalle funzioni logistiche, da flussi e forme di produzione di spazio irriducibili alla scala del container.