Documentario in fase di produzione, diretto da Serena Gargani, in collaborazione con l’Associazione antirazzista ed interetnica “3 Febbraio” e con l’Università di Genova, Laboratorio di Sociologia Visuale e Dottorato in Migrazioni e Processi Interculturali.
L’equipe di produzione è alla ricerca di partner e sostenitori: per saperne di più leggi il progetto!
L’Associazione antirazzista ed interetnica “3 Febbraio” opera su tutto il territorio nazionale, ma sviluppa caratteristiche specifiche in ciascuna città italiana. A Genova i principali promotori dell’associazione sono i ragazzi che vivono il centro storico, spesso senza permesso di soggiorno e costretti a sopravvivere grazie ad un lavoro irregolare di vendita al dettaglio ambulante. I membri dell’A3f genovese sono principalmente di origine senegalese, ma molti sono gli immigrati in Italia che vivono le medesime condizioni problematiche.
Obiettivo principale del progetto è quello di mostrare la realtà sociale vissuta dai venditori ambulanti stranieri a Genova, che si ritrovano nel limbo dell’irregolarità ma non smettono di lottare per i propri diritti.
Il documentario vuole far emergere una realtà che passa spesso inosservata ed incompresa, cercando di promuovere l’identificazione del pubblico con i protagonisti; si vuole infatti modificare l’immagine che spesso caratterizza questi soggetti, facendoli riscoprire al grande pubblico come soggetti umani, carichi di bisogni, sogni, aspettative.
Attraverso i racconti dei protagonisti si tratteranno, da una parte, i temi relativi alle loro condizioni di vita (il lavoro come priorità e le difficili condizioni abitative), dall’altra si affronterà il tema dei diritti (il diritto all’esistenza innanzitutto, con la conseguente necessità di possedere un permesso di soggiorno).
Attraverso le immagini si potrà sottolineare quanto questi ragazzi siano parte integrante della nostra società, come lavoratori e come persone. Non solo essi infatti svolgono quotidianamente un lavoro sul territorio, attività commerciale richiesta tanto da turisti quanto da cittadini genovesi, ma si pongono anche come soggetti attivi dal punto di vista sociale: presenti, ad esempio, durante l’emergenza alluvione, e proattivi nel reclamare i propri diritti alle istituzioni locali e nazionali.
La ricostruzione dell’immagine dei protagonisti in quanto esseri umani sarà poi veicolata attraverso alcuni richiami alla loro realtà di origine: in Senegal, infatti, si lasciano padri, madri, sorelle, fratelli, cugini, che sono spesso parte integrante della propria storia migratoria, poiché è per loro che si intraprende il viaggio e si sacrifica la propria esistenza.